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Come trovare il miglior programmatore?

Il mondo degli sviluppatori è spesso un mondo molto strano e molto complesso da decifrare per un non addetto ai lavori.

Questo non è comunque una scusa sufficiente per farci prendere dallo sconforto: le conseguenze dell’assunzione di un programmatore sbagliato, oppure non qualificato a sufficienza, oppure incapace di muoversi efficacemente all’interno di un team di progetto possono essere gravi se non fatali per quella che altrimenti sarebbe stata una fruttuosa idea digitale.

I programmatori sono spesso molto ricercati dalle aziende e quando un ragazzo si rende conto di avere la stoffa per essere una “piccola promessa” del coding, viene facilmente rimbalzato e conteso tra Università, offerte di lavoro immediate e prospettive di carriera all’estero.

Per inclinazione personale e formazione, i programmatori sono spesso ragazzi e ragazze dalla grande mente analitica, che li forma e li caratterizza sensibilmente non soltanto nel loro lavoro ma nella vita in generale. Non è difficile pensare che spesso un programmatore ed una persona che non ha alcun background tecnico possano faticare a comprendersi.

Naturalmente, sia chiaro, non si deve mai assolutizzare.

Ma non è comunque difficile rendersi conto che la collaborazione con un programmatore presenta una serie di aspetti e facce da valutare: a chi non è capitato di chiedere una piccola modifica che sembra essere giusto un dettaglio, per poi sentirsi rispondere che ciò comporterebbe giorni e giorni di lavoro per la riscrittura di interi blocchi di codice collegato?

Se abbiamo necessità quindi di sviluppare un progetto digitale, dobbiamo basarci necessariamente su una serie di “ganci” attraverso cui dare un giudizio più assennato possibile.

Innanzitutto dobbiamo poterci fidare dello sviluppatore: dobbiamo valutare il programmatore prima di tutto dal punto di vista umano, quali sono i suoi valori, la sua etica del lavoro, dobbiamo rivolgerci a persone il cui operato possibilmente sia già stato validato da altri clienti precedenti. Il potere che lo sviluppatore avrà in mano è infatti molto maggiore di quello che possiamo pensare all’inizio e dobbiamo essere certi di non portarci il nemico in casa.

Dobbiamo poi preferire sicuramente uno sviluppatore che abbia buone capacità sociali, buone soft skills, possibilmente una sua personale propensione all’imprenditoria, una mente aperta e dinamica: questo ci garantisce che non si tratta di un “nerd” chiuso nelle proprie idee che spesso potrebbero non avere troppo reale collegamento con la realtà delle cose o con i bisogni commerciali del cliente.

Se abbiamo bisogni specifici in termini di linguaggi di programmazione da utilizzare, allora dobbiamo sicuramente tenere in conto che la figura scelta abbia dimestichezza con il linguaggio che serve a noi.

Sono anch’io un programmatore e so bene che certe volte non è facile mediare tra questi “due mondi”. Vivo la mia carriera professionale non soltanto come un accumulo di nozioni tecniche, ma soprattutto come uno sviluppo completo della mia persona: questa è la concezione a cui cerco di mantenermi sempre fedele.

Perciò: hai bisogno di un parere o di una mano? Contattami!

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